Home / Approfondimenti / Energia geotermica: costi, detrazioni, vantaggi e potenzialità
L’energia geotermica è una fonte rinnovabile e pulita, che può dare un importante contributo alla transizione energetica del nostro Paese. La geotermia è adatta anche ad un impianto domestico per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda sanitaria. Vediamo ora il funzionamento, i costi, i vantaggi e le possibili detrazioni fiscali per le pompe di calore geotermiche.
A cura di: Arch. Gaia Mussi
L’energia geotermica è una forma di energia rinnovabile che sfrutta il calore naturalmente presente nella Terra. Anche se ora viene utilizzata anche per produrre energia elettrica e per riscaldare da ormai un secolo, questa fonte energetica non è ancora sfruttata al massimo, nemmeno in Italia, paese in cui le disponibilità sono elevate. Ma per raggiungere i nuovi obiettivi di sostenibilità posti per il prossimo decennio, è importante promuovere il pieno sviluppo delle risorse rinnovabili a disposizione.
L’energia geotermica, del resto, ha le carte in regola per diventare uno dei possibili protagonisti della transazione energetica.
La parola geotermia deriva dal greco e significa “Calore della Terra” ed oggi è la scienza che, appunto, studia il calore contenuto nella terra e il suo trasferimento. Come anticipato, l’energia geotermica è contenuta, sotto forma di calore, nel sottosuolo ed è possibile sfruttarla trasferendola dalle profondità fino in superficie, attraverso vettori fluidi.Questo calore si genera in modo naturale per il decadimento di alcune sostanze radioattive contenute nel nucleo, nel mantello e nella crosta terrestre. La natura ci offre spesso dimostrazione di questa forma di energia, attraverso i vulcani, i gyser e le sorgenti di acqua calda.
L’entalpia, come riporta l’Unione Geotermica Italiana, può essere considerata così: “più o meno proporzionale alla temperatura, è usata per esprimere il contenuto termico (energia termica) dei fluidi, e dà un’idea approssimativa del loro ‘valore’”. Di solito la geotermia si divide in bassa, media e alta entalpia, in base al criterio più comune di classificazione delle risorse geotermiche. L’alta entalpia, caratterizzata da temperature superiori ai 150 °C, è ideale per la produzione di energia geotermoelettrica. La produzione di energia elettrica da fonte geotermica nasce in Italia, a Larderello, all’inizio del XX secolo, dove sorse il primo impianto di produzione industriale al mondo. Oggi esistono diverse tipologie di centrali geotermiche, che sfruttano fluidi come come il vapore e l’acqua.
C’è poi la geotermia a media entalpia (tra 80 e 150 °C), utile per la produzione di energia elettrica e per il teleriscaldamento.Più interessante, a livello di sfruttamento per fini domestici, quella a bassa entalpia (tra 20 e 80 °C): anche in questo caso riguarda lo sfruttamento del sottosuolo come serbatoio termico per riscaldare, prelevando calore in inverno, e raffrescare, cedendolo in estate. Questa forma energetica non richiede la necessità di sonde a grande profondità ed è praticamente sfruttabile ovunque.
L’energia geotermica è, innanzitutto, una fonte energetica rinnovabile che permette di ridurre le emissioni di CO2, di polveri sottili e altre sostanze inquinanti, anche per l’assenza di processi di combustione. Altri vantaggi propri della natura dell’energia geotermica riguardano la stabilità e la continuità della produzione, che non viene in alcun modo influenzata da fattori atmosferici come la temperatura o le stagioni. Per questo motivo, l’energia geotermica viene considerata una fonte energetica prevedibile e programmabile.Le centrali geotermiche non creano problemi di rumore o inquinamento di alcun tipo, senza contare che non vi sono prodotti di scarto diversi da acqua o vapore. Anche la manutenzione richiesta è inferiore, mentre è maggiore la longevità degli impianti.
I vantaggi dell’energia geotermica non mancano nemmeno nelle applicazioni domestiche. Infatti, anche se in Italia le pompe di calore geotermiche sono ancora poco diffuse (rappresentano infatti meno dell’1% del totale della potenza installata), è ormai nota la loro efficienza, maggiore rispetto a quella di altri impianti ed compresa tra il 30% e il 50%. Questo assicura anche minori costi di esercizio, variabili dal 50 al 70% in meno rispetto a un sistema tradizionale a metano, a gpl o ancor più a gasolio. Oltre al riscaldamento geotermico e al raffrescamento, una PdC geotermica permette anche la produzione di acqua calda sanitaria, riducendo così i tempi di ammortamento.Anche nel caso degli usi domestici, la durevolezza dell’impianto a energia geotermica è notevole, tant’è che una pompa di calore può durare 20 anni e le sonde anche di più. Infine, un impianto di questo genere contribuisce ad aumentare la classe energetica dell’immobile e il suo valore sul mercato.
Eventuali limiti all’installazione potrebbero invece dipendere da una carenza di conoscenza sulla geotermia da parte degli utenti finali, una progettazione talvolta un po’ complessa dell’impianto e il costo inziale. Inoltre, la pompa geotermica non è adatta alla sostituzione di altri impianti in edifici vecchi e poco efficienti, che purtroppo rappresentano ancora la maggioranza del parco immobiliare italiano. L’efficienza e i vantaggi della pompa di calore, infatti, verrebbero meno se questa fosse installata in un edificio non isolato e combinato con un sistema di distribuzione del caldo ad elevate temperature, come i termosifoni.
Una pompa di calore geotermica è una macchina frigorifera, che effettua una sorta di scambio di calore, trasferendolo da una fonte più fredda ad una più calda. Nel caso delle pompe geotermiche la sorgente di energia è, appunto, il calore contenuto nel terreno, che viene “raccolto” attraverso delle sonde geotermiche installate nel terreno e collegate alla pompa di calore.
Nelle sonde scorre un fluido termovettore, responsabile del trasporto dell’energia accumulata fino alla pompa di calore, alimentata ad elettricità. Dalla pompa di calore, poi, il calore viene distribuito in tutto l’edificio, ad esempio attraverso dei pannelli radianti a pavimento.
Le sonde geotermiche, generalmente realizzate in tubi di polietilene, possono essere verticali o orizzontali: nel primo caso scendono in profondità nel terreno (anche 100/150 metri) attraverso apposite tecniche di carotaggio e permettono la circolazione di un fluido nel loro interno, che scende e risale scambiando calore con il sottosuolo, seguendo una forma a “U”, una sorta di scambiatore a circuito chiuso tra pompa di calore e terreno facendo circolare un fluido termovettore, generalmente acqua glicolata. Nel secondo vengono disposte in orizzontale e più in superficie.
Prima di installare le sonde è sempre opportuno richiedere una consulenza geologica, in quanto è necessario verificare che il terreno sia adatto ad ospitare le sonde: le condizioni migliori si hanno quando il sottosuolo è umido e sabbioso, le peggiori con un terreno secco e roccioso.
Gli impianti a pompa di calore geotermica sono adattabili a qualsiasi tipo di edificio, dal residenziale alla pubblica utilità. Quando pensare a una realizzazione? In tutti gli edifici in costruzione rappresenta sicuramente una soluzione ideale.
Più complessa è la fattibilità di realizzare un impianto a energia geotermica in un edificio esistente: in quel caso è necessario un parere esperto che potrà verificare la possibilità, i costi e l’efficacia del sistema. Per quanto riguarda il tipo di terreno ideale, il territorio italiano è largamente funzionale alla sua esecuzione.Infine, se la pompa geotermica è abbinata a un impianto fotovoltaico, quest’ultimo permette di fornire l’energia necessaria alla pompa di calore, riducendo ulteriormente consumi e costi.
Come anticipato, il costo dell’impianto può rappresentare ancora un limite all’acquisto delle pompe di calore geotermiche, più costose sia degli altri modelli di PdC, che di altre soluzioni impiantistiche.
Il costo dell’impianto dipende da differenti fattori e somma il costo della pompa di calore, dell’installazione delle sonde e della posa dei pannelli radianti. Un impianto a PdC geotermica, per un appartamento medio, può costare dai 15.000 ai 20.000 euro, con un prezzi crescenti anche in relazione alla superficie da riscaldare e, quindi, alla potenza installata. Inoltre, a quello dell’impianto, purtroppo, possono sommarsi anche eventuali costi dovuti ad autorizzazioni per le perforazioni e per la posa delle sonde.È chiaro che l’investimento risulta interessante a chi dimostra una certa attenzione e sensibilità al tema del risparmio energetico, con la consapevolezza che una spesa oggi, assicura un risparmio domani.
La riqualificazione e l’efficienza energetica sono fondamentali per migliorare le prestazioni del comparto edile italiano, favorendo sostenibilità e riduzione dell’inquinamento. Per incentivare questa tipologia di interventi, il Governo ha introdotto differenti misure, come bonus e detrazioni fiscali. Nel caso dell’energia geotermica le strade percorribili sono diverse.
La soluzione più vantaggiosa per installare impianti alimentati da energia geotermica, o per l’efficientamento più in generale, è rappresentata dal Superbonus 110%, introdotto con il DL 19 maggio 2020, n. 34. Tra gli interventi definiti trainanti e, quindi, abilitanti all’accesso ci sono quelli relativi alla sostituzione degli impianti di climatizzazione esistenti con sistemi a pompa di calore, anche geotermici. Il Superbonus, quindi, potrebbe risolvere uno dei principali ostacoli alla diffusione di questa tecnologia, che – come detto – è proprio il costo di acquisto e installazione. Il consiglio rimane quello di installare una pompa di calore geotermica se, oltre alla sostituzione dell’impianto, si provvede ad una profonda ristrutturazione, con una globale riqualificazione dell’edificio, per non vanificare i vantaggi della tecnologia.
I requisiti di accesso al Superbonus, del resto, prevedono anche il salto di due classi energetiche dell’immobile, che potrebbe essere raggiunto abbinando alla PdC ulteriori interventi rientranti nel bonus, quali la realizzazione di un sistema a cappotto, la sostituzione degli infissi, la posa di un sistema radiante a pavimento e la combinazione con i pannelli fotovoltaici. Va detto che, le considerazioni devono essere fatte anche in base ai massimali di spesa previsti per ogni tipologia di intervento. Essendo la pompa di calore geotermica molto costosa, è bene valutare attentamente se il costo per l’abbinamento con le ulteriori misure per il risparmio energetico riesce ad essere o meno completamente coperto.
In alternativa al Superbonus 110% rimane l’Ecobonus, con detrazioni che variano dal 50% al 65% a seconda degli interventi realizzati. Nello specifico, per le pompe di calore è prevista una detrazione pari al 65% della spesa sostenuta.
Infine, il Conto Termico 2.0, gestito dal GSE, incentiva interventi di riqualificazione energetica sostenuti da PA e privati. Tra le spese ammesse c’è anche la sostituzione dell’impianto di climatizzazione esistente con una pompa di calore, anche geotermica. In questo caso l’incentivo varia e viene calcolato tramite apposita formula, che considera la potenzialità dell’intervento e l’energia termica annua prodotta.
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