Le tecnologie trenchless costituiscono una soluzione efficace ed efficiente, tecnologicamente matura e a basso impatto ambientale fondamentale per il raggiungimento degli obbiettivi di completamento del processo di infrastrutturazione del paese. I sistemi usati, riferimenti normativi, le nuove figure professionali
Presidente della commissione TLC - Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano
La terminologia “trenchless” o “no-dig”, individua una serie di tecnologie a basso impatto ambientale finalizzate alla realizzazione, esercizio e manutenzione delle infrastrutture a rete consentendo, mediante l’utilizzo di tecnologie innovative e non invasive, una sostanziale eliminazione o riduzione delle operazioni di scavo tradizionale a cielo aperto.
Minimizzando la manomissione del manto superficiale si hanno vantaggi in termini di efficienza realizzativa, impatto acustico, veicolare e dei volumi del materiale di risulta, garantendo allo stesso tempo una maggiore sicurezza operativa per gli addetti.
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Studi autorevoli dimostrano che il loro impiego aumenta la sicurezza (-70% di infortuni in cantiere e nessuno grave o letale) con un risparmio notevole dei costi di posa, una durata significativa dei manufatti, una ridotta e meno frequente manutenzione (-80% costi socio-ambientali) e un importante risparmio energetico (-56%).
Per tali caratteristiche queste tecnologie contribuiscono al raggiungimento di 5 dei 17 obiettivi fissati dall’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
Il loro impiego spazia in tutte le tipologie di reti interrate, siano queste utilizzate per la posa di cavi elettrici, telefonici, a fibre ottiche, tubazioni convoglianti gas o acqua; negli anni, inoltre, stanno assumendo un peso preponderante nella realizzazione delle reti di telecomunicazione in relazione agli sfidanti obiettivi di infrastrutturazione in fibra ottica legati all’implementazione dei processi di transizione digitale in atto nel nostro paese.
Basti pensare che dei 44.000 km di nuove reti per le telecomunicazioni posate nel triennio 2019-2021 il 72 % pari a 32.000 km sono stati realizzati con tecnologie Trenchless (fonte IATT).
A fronte di simili volumi, supportati da riforme e semplificazioni normative attuate negli ultimi anni dal legislatore, non sempre corrisponde una conoscenza diffusa delle caratteristiche e dei vantaggi correlati e conseguentemente un reale interesse all’utilizzo.
L’impiego di tali tecnologie prevede, come precondizione, una accurata conoscenza preventiva del sottosuolo, della geologia del terreno e dei sottoservizi presenti al fine di evitare danni alle infrastrutture presenti e verificarne la possibilità di riutilizzo e condivisione.
E’, pertanto, necessario eseguire un’indagine cartografica preliminare dei sottoservizi esistenti nell’area di interesse. A tal proposito il nostro paese sconta una carenza storica nella gestione dei coordinamenti tra le reti di sottoservizi e solo negli ultimi anni il Ministero dello Sviluppo Economico ha realizzato il SINFI una piattaforma condivisa finalizzata alla georeferenziazione delle infrastrutture dei sottoservizi esistenti. con indubbie problematiche legate alla numerosità e vetustà degli impianti esistenti.
Sono, inoltre, necessarie indagini conoscitive dello stato del sottosuolo mediante l’applicazione di sistemi Georadar che, utilizzando tecniche di diversità nello spazio e nella frequenza di emissione, riescono a determinare, con la necessaria precisione, la presenza e l’ubicazione planimetrica e altimetrica di servizi interrati sia in aree urbane che extraurbane. Le modalità con cui localizzare e mappare le infrastrutture presenti nel sottosuolo in maniera non distruttiva sono illustrate nella Prassi di Riferimento UNI/PdR 26.1:2017 “Tecnologia di realizzazione delle infrastrutture interrate a basso impatto ambientale – Sistemi per la localizzazione e mappatura delle infrastrutture nel sottosuolo”.
A supporto dei sistemi georadar, nei casi in cui le indagini evidenzino aree di incertezza, possono essere utilizzati sistemi detector magnetici per l’individuazione, mediante l’ausilio di campi magnetici indotti, di masse metalliche nel sottosuolo. Tale azione preventiva è fondamentale per la corretta realizzazione ed ha costituito, nei decenni scorsi, la principale causa di ritardo nell’applicazione di tali tecnologie sia a causa di tecniche radiodiagnostiche non mature che l’utilizzo personale con competenze geognostiche non adeguate. A valle di una esauriente conoscenza del sottosuolo è possibile individuare la tecnica migliore in termini di efficacia ed efficienza dell’intervento realizzativo.
Nello specifico nel settore delle telecomunicazioni si possono individuare le principali tecniche nel seguito sinteticamente descritte.
Denominata anche “directional drilling” che consente la perforazione del terreno con controllo attivo della traiettoria. In sintesi, utilizzando un sistema di localizzazione della punta di perforazione e, allo stesso tempo, utensili di perforazione direzionabili è possibile attuare un controllo della traiettoria aggirando gli ostacoli con i quali non è possibile interferire. In tal maniera possono essere seguite delle perforazioni lungo un percorso prestabilito operando direttamente dalla superficie e realizzando curve plano altimetriche il cui raggio di curvatura può raggiungere anche valori molto piccoli in funzione delle attrezzature utilizzate e delle caratteristiche del terreno.
La realizzazione di una tubazione interrata mediante tale tecnologia è essenzialmente costituita da tre fasi.
Per maggiori informazioni sulle modalità di esecuzione dei lavori e sui relativi materiali da utilizzare, si rinvia alla Prassi di Riferimento UNI/PdR 26.3:2017 “Tecnologia di realizzazione delle infrastrutture interrate a basso impatto ambientale – Sistemi di perforazione guidata: Trivellazione Orizzontale Controllata (TOC)”.
Il rod pusher è un particolare tipo di trivellazione orizzontale guidata, realizzata esclusivamente a secco, con macchinari di piccole dimensioni e per la posa di tubazioni del diametro da 50 a 160 mm, e consente di realizzare infrastrutture di posa di lunghezza pari a 90 – 110 metri.
Tale tecnica risulta particolarmente conveniente in ambito urbano in quanto necessita di aree di cantiere di dimensioni ridotte, e si presta particolarmente per i collegamenti verso gli edifici.
Le tecnologie associate sono quelle che, realizzando degli scavi di ridotte dimensioni, consentono di realizzare infrastrutture di posa in maniera veloce ed economica. Si distinguono in:
Per approfondimenti sulle modalità di esecuzione di queste due tecnologie si rinvia alla norma tecnica in corso di redazione sulla base della Prassi di Riferimento UNI/PdR 7:2014 “Tecnologia di realizzazione delle infrastrutture interrate a basso impatto ambientale – Sistemi di minitrincea”.
Da diversi anni, il legislatore nazionale ha intrapreso una progressiva semplificazione delle norme che regolano l’installazione degli impianti di comunicazione elettronica con l’obiettivo di assicurare l’implementazione del Piano Strategico nazionale e lo sviluppo digitale del Paese.
Dette norme, oltre ad intervenire sul procedimento amministrativo, pongono grande attenzione all’utilizzo delle tecnologie a basso impatto ambientale in quanto riconosciute abilitanti allo scopo.
Partendo dal presupposto che i costi economici, sociali ed ambientali nonché i tempi di realizzazione derivanti dall’utilizzo delle tecnologie tradizionali non sono compatibili con gli sfidanti obbiettivi imposti dalla comunità europea è necessario il superamento delle attuali incertezze nei processi di autorizzazione ed implementativi.
Nel recente passato le tecnologie trenchless non sono state considerate come una reale alternativa alle tecniche di scavo tradizionali dagli enti proprietari delle sedi di posa e come tali molto spesso osteggiate nella loro effettiva applicazione. Tale convinzione è stata sicuramente motivata da un lato dalla scarsa propensione al cambiamento e alla sperimentazione di tecnologie innovative ma soprattutto dall’utilizzo di personale non sempre dotato di adeguata esperienza e professionalità.
Le differenti tecnologie presentano peculiarità e campi di applicazione differenti, pertanto, la scelta della tecnologia ottimale non può prescindere da una valutazione attenta che concili aspetti di sicurezza, fattibilità, efficacia, convenienza, basso impatto socio-ambientale e durabilità nel tempo.
Nasce il bisogno di rivolgersi a figure professionali che, super partes, siano in grado di orientarli verso la scelta dell’intervento “ottimale”.
Per soddisfare questa richiesta sono state individuate le seguenti nuove figure professionali.
Il Trenchless Manager inteso come un conoscitore esperto di Trenchless Technology in termini di campi di applicazione ed analisi costi/benefici con specifico riferimento a cluster di sottoservizi (Servizio Idrico Integrato, Oil & Gas, Energia & TLC). E’, inoltre, esperto di gestione e direzione del cantiere e delle varie fasi di lavorazione: dallo studio di fattibilità e progettazione, all’appalto al collaudo.
Il Trenchless Specialist è un progettista specializzato per singola famiglia tecnologica trenchless; colui che ne definisce i dettagli tecnico-realizzativi sviluppando una progettazione esecutiva che dovrà garantire:
Sono in fase di attivazione corsi universitari qualificanti e la redazione della Prassi di Riferimento UNI che definisce i requisiti di tali figure professionali in termini di compiti, conoscenze ed abilità, al fine di identificarne chiaramente il livello di autonomia e responsabilità in coerenza con il Quadro Nazionale delle Qualificazioni (QNQ).
Le tecnologie Trenchless costituiscono una soluzione efficace ed efficiente, tecnologicamente matura e a basso impatto ambientale fondamentale per il raggiungimento degli obbiettivi di completamento del processo di infrastrutturazione del paese.
È necessario attuare un approccio innovativo basato su analisi costi/benefici puntuali, aperto all’innovazione ma, nel contempo, trasparente e fondato su rigore e competenza realizzativa.
Non dimentichiamo che la semplificazione dei processi autorizzativi e realizzativi ed il contestuale incremento della capacità produttiva nella realizzazione delle reti, costituiscono i principali fattori critici per il raggiungimento degli obbiettivi nazionali e comunitari. Le Trenchless Technology possono costituire uno strumento fondamentale per la loro mitigazione a beneficio di tutto il sistema paese.
di Lorenzo Principali e Domenico Salerno
di Andrea Scialpi, Daniele Ruggeri, Giuseppe Donatelli e Marco Daviddi
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